Benedire

Benedire…
Quanta umanità ci stiamo perdendo per il solo fatto di aver confinato il senso (oltre al significato) di questa parola in ambito clericale.
…come se a benedire fosse solo il prete – si badi, non il sacerdote – al termine di un rito o il Papa, preferibilmente in TV.
Benedire…
Riappropriamoci del suo senso, nello spazio del sacro – dimensione rispetto alla quale nessun esser umano di un certo spessore non può prender posizione se ambisce ad una pace interiore, ad un anelito di pienezza.
Riappropriamoci della sacralità delle parole. Da qui dobbiamo (ri) partire!
Nella cultura mediterranea la parola è sacra: è sacra la parola data, è rispettabile chi mantiene la parola a prescindere dalla classe sociale di appartenenza.
…e si capisce allora perché nel mito (etimologicamente: racconto) biblico della creazione Dio crea il mondo con la sola parola (E Dio disse “Sia la luce” e la luce fu) e come l’ uomo sia il solo essere dotato di parola.
Benedire…
…la sacralità che viene da una dimensione tutta umana, che dà accesso ad una dimensione altra o ulteriore (come la parola).
Se sgombriamo un attimo il nostro cuore e la nostra mente da limitanti pre-giudizi, ci ricorderemo che in Sardegna, ad esempio, è ancora comune che il giorno del matrimonio la madre della sposa formula parole “segrete” di benedizione e poi rompe un piatto pieno di caramelle, monete, …
Se pensiamo alla “Cavalleria Rusticana”, prima di affrontare il duello con compare Alfio, Turiddu chiede la benedizione alla mamma, la stessa che gli aveva impartito quel giorno che era partito soldato.
Benedire…
…riappropriamoci della sua importanza, cerchiamo di com-prendere che cosa voglia dire per noi.
Benedire significa “Dire bene”, l’ esatto contrario di “Maledire”.
Benedire significa capire che si può anche tacere, che non è un comandamento, un imperativo categorico dover metter bocca su tutto.
Benedire significa riappropriarci di quanto di positivo possiamo fare nel mondo che ci circonda, nel contesto che ci e’prossimo (etimologicamente, un superlativo: il più vicino, vicinissimo). Soffriamo di senso di impotenza davanti alla globalizzazione, alla pandemia, alla guerra…
…ma benedire significa valorizzare il buono che c’è (il famoso bicchiere mezzo pieno, invece che mezzo vuoto), significa capire che ho uno spazio di intervento, di manovra, significa poter esser operatore di pace. Nel mio quotidiano è farmi catalizzatore di un contesto di collaborazione: è sempre l’ unione che fa la forza.
Benedire…
non è allora casuale, forse, che in un libro a me caro per il connubio poesia-verità, un libro sapientemente sottotitolato “Un libro per tutti e per nessuno”, nel suo Prologo leggiamo:
“Benedicimi, occhio pacato, scevro d’invidia anche alla vista di una felicità troppo grande!”
Riappropriamoci della capacità, tutta umana e sulla strada del divino, di benedire e saremo capaci di ipotizzare e di promuovere una felicità “troppo grande”.
Esercitiamoci per poter esclamare come dice lo stesso autore di cui sopra: “Io sono diventato uno che benedice e che dice di sì: e ho lottato a lungo e sono stato un lottatore, per avere un giorno le mani libere al benedire”.
Angelo