Il Laos, vi piacerebbe?
Un soggiorno Zen… Rigenerante!

Se c’è un paese bellissimo, alloggiato tra il Vietnam, la Thailandia, il Cambogia, la Birmania e la China è: il Laos! Questo paese montagnoso, non ha il più piccolo accesso al mare, ma è una perla per gli innamorati della natura, dell’acqua, della serenità e della gastronomia.
Se siete uno di quei viaggiatori in cerca di un ambiente tranquillo e rigenerante, se scappate da posti di moda o luoghi sovrappopolati, se volete farvi del bene, che siate giovani o meno, soli o in compagnia, osate il Laos!
Posate le vostre valigie a Luan-Prabang e lasciatevi cullare dall’incredibile pace di questo luogo.
Qui, nessun bisogno di affidare corpo e anima all’agenzia di viaggi che “impacchetterebbe” la vostra “pensione”, no… qui, tutto è facile e, credetemi – sbarazzati dal peso del «branco», potrete immergervi nella città al vostro ritmo e godervi la sua dolce vita…
Luang-Prabang, città dichiarata patrimonio mondiale dell’UNESCO, si vanta orgogliosamente della sua architettura in stile coloniale francese : il legno, le piastrelle, le persiane preziose delle dimore del sud della Francia. Tutte le case hanno solo un piano e portano stampato sulla facciata l’anno della loro costruzione, così come fanno le «nostre» anziane case créole (parlo delle colonie francesi, ovvio). Anche la scuola primaria è una replica perfetta della scuola della nostra infanzia. Davvero! Si direbbe di essere a casa, tranne che all’angolo di una viuzza, dove ci si ritrova faccia a faccia con il Mekong che pigramente scivola via come un lungo nastro di cioccolato.
Lasciamo il centro-città e scopriamo la perenne sfilata dei monaci che danno a Luang-Prabang la sua atmosfera particolare.
Che siamo in riva al Mekong o nella parte superiore della città, dove si annida un tempio con un accesso disagevole, qui, tutto è calmo e tranquillo e vi ricorda di essere spensierati. La vita spirituale sembra essersi stabilita lì.
Questi templi, molto attivi, mettono in scena la vita dei monaci senza la gravità, la segretezza e l’austerità dei templi buddisti della Thailandia.
Risate e allegria scappano dai gruppi di religiosi che si prendono cura di questi luoghi. E che dire dei monaci «lavandai» allegri e spiritosi che stendono all’aria chilometri di roba arancione, il cui spettacolo luminoso vi incanterà.
Lasciatevi andare sulle rive del Mekong, scrutate la riva inclinata e fangosa di fronte di difficile accesso. C’è il granaio di Luang-Prabang con i suoi prodotti di agricoltura bio che provengono da qua e che avrete modo di gustare in una delle numerose “scuole-ristoranti. Osate il MokPa al bambù (pesce del Mekong); «spaventate» il vostro palato con il Khao Poun speziato! Siete a Luang-Prabang, non umiliatelo, evitando il suo buonissimo Or Lam e aggiungete anche le Kaipen (alghe fritte del Mekong). Tutto un programma!
Vi lascio «gustare» una parte del «mio» Laos, ma è un paese che ha ancora tante cose da rivelare! Allora vi do appuntamento fra 15 giorni per il seguito del viaggio… qualche sorpresa in sospeso!
Rolande Murat (traduzione Christine Lauret)
(Lettrice e correttrice Anja Riemann)